fbpx
 
 
 
 

di Sofia Casadei

L’aveva detto e, a differenza di altri, è andato fino in fondo. Ieri alle 18 il Jam Session non ha spento le sue luci. Due ore dopo, un minuto prima delle 20, sono arrivate le forze dell’ordine e per lui è scattato il verbale da 280 euro e cinque giorni di chiusura: “Per la verità – spiega il gestore Alessandro Berti – gli agenti sembravano quasi dispiaciuti. Uno si è persino scusato: ‘Facciamo solo il nostro lavoro’, mi ha detto sorridendo. Mi hanno anche dato una possibilità: ‘Se lei manda via immediatamente queste nove persone dal locale noi evitiamo di farle il verbale’. Ho ringraziato, ma, consapevole dei rischi a cui sarei andato incontro, ho ribadito che noi saremmo rimasti aperti fino alle 24″.

“Non volevo farmi pubblicità – aggiunge – l’obiettivo era solo quello di mandare un messaggio forte e chiaro, perché con queste norme andiamo incontro al fallimento. La chiusura alle 18 non è una soluzione valida né per la salute né per l’economia. Già altri Stati l’hanno adottata e sono comunque finiti in lockdown totale. Quindi non serve, non è efficace.”

Massiccio il dispiegamento di forze dell’ordine: due auto dei carabinieri, due della Polizia di Stato, una della Digos (con agenti in borghese) ed una della Municipale: “Una task force imponente – sottolinea Berti – ma, lo ripeto, gli agenti hanno mantenuto un profilo basso e nessuno di loro è stato arrogante”.

Alla fine, però, il verbale è stato fatto: 280 euro di multa oltre a cinque giorni di chiusura per aver rifiutato formalmente l’invito rivolto dagli agenti: “Credo che, alla fine, la sanzione la pagherò, anche se non escludo di fare ricorso successivamente. Invece penso che non ripeterò l’iniziativa perché, a quel punto, andrei incontro a problematiche di natura penale. E, sia chiaro, non è questo che mi spaventa, la questione è un’altra. Nel momento in cui infrangi un ordine diretto di un pubblico ufficiale, infatti, tu commetti un reato che non centra nulla con il dpcm. E questo, alla fine, snaturerebbe il senso del mio messaggio”.

Un messaggio rimasto, ieri sera, purtroppo isolato: “Ho ricevuto tantissimi attestati di solidarietà – conclude Berti – perché la gente mi ha chiamato facendomi i complimenti. Peccato che, invece, tutti i miei colleghi si siano tirati indietro. Ognuno, sia chiaro, è libero di fare ciò che vuole, ma io sono rimasto deluso dal loro atteggiamento. Perché è facile urlare dentro un megafono incitando la sommossa. Ma poi alle parole bisogna saldare i fatti. Sicuramente se tutti i miei colleghi avessero tenuto aperto sarebbe stata un’altra storia, la protesta avrebbe avuto più forza, ma è andata così”.

I nove clienti all’interno del locale, invece, non sono stati sanzionati: “Per fortuna no, anche se avevamo spiegato a tutti il rischio a cui si stavano sottoponendo. Ma loro volevano essere al nostro fianco per manifestare il dissenso nei confronti di questo dpcm e, quando le forze dell’ordine sono entrate nel locale, è partito pure qualche coretto”.

Sostieni livingcesenatico con una piccola donazione!

 

One Comment

Inviando questo modulo acconsenti al trattamento dei dati secondo le vigenti norme di Privacy e diritto di autore. Per maggiori informazioni vai alla pagina Privacy e Cookie.

Leave a Reply