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Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato ieri il provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del Dpcm 14 gennaio 2021.

Una mazzata letale per le imprese turistiche del nostro Appennino che, dopo aver perso due mesi di lavoro, almeno speravano di recuperare qualcosa in quest’ultima parte di stagione invernale. E invece no.

A pesare gli ultimi dati epidemiologici comunicati venerdì scorso dall’Istituto Superiore di Sanità che riferivano come la variante inglese del Covid, caratterizzata come noto da maggiore trasmissibilità, rappresenta oggi una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi nazionali.

La preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus SARS-CoV-2 ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania. Il Governo si è subito affrettato a precisare che “compenserà al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori”, ma è un ritornello già sentito e dunque – sia nei tempi che nell’entità di questi indennizzi – è più che lecito dubitare.

La decisione ha sollevato aspre polemiche soprattutto perché comunicata in “zona Cesarini”, ovvero dopo che molti governatori regionali avevano dato ampie garanzie sulla riapertura. E le proteste si sono levate anche sul nostro Appennino dove – tra Sestola e Campigna, tra il monte Cimone e Corno alle Scale – in tanti avevano pregustato la ripartenza della stagione.

 
 
 
 

“Non posso non esprimere stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza – ha detto il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – solo una settimana fa il Cts aveva validato la riapertura di queste attività in zona gialla attraverso linee guida molto stringenti, formulate dalle Regioni in accordo coi gestori e secondo le indicazioni dei tecnici”. “Poi, in queste ore, abbiamo assistito ad un cambio repentino di orientamento da parte del Cts — ha proseguito Bonaccini — che spiazza totalmente i gestori degli impianti e quanti avevano già prenotato. Non mi sono mai permesso di sindacare le misure per contenere i contagi, perché il contrasto dell’epidemia era e resta la priorità; ma cambiare le regole all’ultimo minuto è un danno enorme per gli operatori economici, che hanno già visto saltare il grosso della stagione invernale e si erano preparati con pazienza e sacrificio alla giornata di oggi. Le regole si rispettano, ma ora servono subito aiuti economici concreti e immediati”.

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