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Da domani, dunque, come ampiamente previsto, Cesenatico tornerà in zona arancione. Dopo tre settimane di relativa “libertà” chiudono nuovamente bar e ristoranti e per i gestori delle attività (che oggi saranno prese d’assalto) sarà l’ennesima mazzata in questo inverno di lavoro “a singhiozzo”.

La decisione ha sollevato rabbia e polemiche perché, anche se l’indice regionale Rt ha toccato quota 1.06, la saturazione degli ospedali non destava particolari preoccupazioni e dunque, dall’analisi dei fatidici 21 parametri, non si coglievano segnali così allarmanti. A pesare sulla decisione e a far propendere per la strada della prudenza lo spettro della variante inglese che, per quanto sotto controllo, preoccupa non poco. A Cesenatico, del resto, negli ultimi nove giorni, si sono registrati un centinaio di nuovi casi, dati che non possono essere ignorati.

 
 
 
 

Ma, all’indomani del passaggio in fascia arancione, in tanti si interrogano sulla reale efficacia di questi provvedimenti domandandosi se, a questo punto – come ha rilanciato lo stesso Governatore Bonaccini – non sarebbe più opportuno un periodo di lockdown generalizzato, l’unico in grado di abbassare rapidamente la curva pandemica.

L’inizio della stagione turistica, del resto, non è lontano e l’idea di perdere, come l’anno scorso, l’intero periodo pasquale preoccupa non poco gli operatori turistici.

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