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In Emilia-Romagna “le varianti hanno attecchito da tempo, quella inglese per quanto ne sappiamo rappresenta più del 40% dei contagi. A Bologna ha raggiunto il 70% e presto diventerà dominante”.

Il quadro della circolazione di varianti del coronavirus in regione è del professor Vittorio Sambri, direttore del laboratorio di Microbiologia di Pievesestina (Cesena) dove viene effettuato il sequenziamento del virus. Intervistato dall’edizione modenese del Resto del Carlino, Sambri avverte anche sul rischio di fine scorte dei reagenti per continuare il lavoro di sequenziamento del Sars-Cov2.

 
 
 
 

“Oltre alla variante inglese, che ormai sta diventando la normalità – spiega il professore – abbiamo per ora trovato un caso di variante sudafricana in Romagna e due casi di variante nigeriana, la cosiddetta ‘B1.525’ a Modena e Bologna. Quest’ultima può dirsi un mix tra quella inglese, sudafricana e brasiliana ma non sembra avere caratteristiche biologiche preoccupanti”.

Sulle varianti il professore lamenta ritardi: “L’indagine su scala nazionale è partita molto tardi. Siamo arrivati lunghissimi con le analisi – afferma -. Da fine dicembre sapevamo dell’esistenza di questa variante e abbiamo avviato il primo studio il 4 febbraio”.

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