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Per sciogliere gli ultimi dubbi sulla sua candidatura è probabile che Roberto Buda attenda la sentenza del processo Da Vinci che, dopo le arringhe degli avvocati difensori, è attesa per martedì prossimo.

Le richieste del piemme (ammenda da 400 euro) hanno sensibilmente alleggerito la sua posizione processuale (caduta l’accusa di falso, resta solo l’omessa denuncia), ma in caso di condanna resta la spada di Damocle delle richieste delle parti civili che – tra Regione e Provincia – hanno già depositato un conto da circa 140mila euro (l’avvocato del comune di Cesenatico, che pure è parte civile, ha preferito per il momento non quantificare le richieste dell’ente).

Comunque vada, le perplessità elettorali di Buda potrebbero anche essere superflue visto che, con l’evolversi della pandemia, ai vertici della politica regionale viene data ormai per “altamente probabile” una proroga delle prossime elezioni amministrative.

 
 
 
 

Ormai tutte le forze politiche sembrano convergere sull’idea di uno spostamento ad ottobre anche perché – a prescindere dalla situazione di giugno – si andrebbe incontro ad una campagna elettorale in Dad, un’ipotesi che non appassiona nessuno.

Del resto, anche nella vicina Rimini – dove a giugno si dovrebbe votare per il dopo Gnassi – la situazione elettorale è ancora in alto mare, visto che neppure il centro-sinistra ha ancora formalmente presentato il suo candidato ufficiale (il Pd è alle prese con la sfida intestina tra Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad).

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