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La decisione di chiudere le scuole in tutte le province romagnole (escluso, per il momento, il comprensorio forlivese) ha scatenato la rabbia di molti genitori che, da domani, dovranno fare i conti con problemi logistici inattesi (soprattutto quando a lavorare sono sia mamma che papà).

Si tratta di una protesta trasversale che, attraverso il tam tam dei social, sta toccando tutta la Romagna: oggi a Gatteo (in viale delle Nazioni alle 18.30) e a Cesenatico (in piazza Ciceruacchio alla stessa ora) sono previsti cortei di protesta e, nel cesenate, alcuni genitori si sono già rivolti ad un legale per inoltrare formale ricorso al Tar contro lo stop delle lezioni.

A Cesenatico la manifestazione di protesta, almeno sulla carta, sta riscuotendo grandi adesioni, anche se – come sempre – il fronte del dissenso è spaccato. Sui social, in particolare, si è discusso parecchio su una frase contenuta nel documento di convocazione del corteo: “I protocolli di sicurezza attuati nelle scuole, rispettati con grande impegno dai bambini e da tutto il personale scolastico, hanno dimostrato in questi mesi di essere efficaci nella prevenzione ed efficienti per contenere eventuali contagi”.

Una considerazione un po’ azzardata che, nella realtà dei fatti, pare purtroppo destituita da ogni fondamento statistico. Nel comprensorio cesenate, infatti, in poco più di cinque mesi (da metà di settembre ad oggi), si sono registrati contagi in 152 classi (perlopiù alle elementari e alle superiori).

 

 
 
 
 

Sabato scorso, sull’onda delle nuove varianti che colpiscono anche i più giovani, nel comprensorio cesenate, risultavano 34 focolai attivi con un incremento del 100% rispetto a due settimane prima. Dunque, al di là dei numeri, la curva pandemica è in costante rialzo ed è proprio questa valutazione che ha indotto la Regione, in accordo con i sindaci, a chiudere le scuole.

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