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Mentre prosegue la polemica sulla chiusura delle scuole, la Regione spiattella i dati ufficiali che hanno portato a questa decisione. Nel solo mese di febbraio, dagli asili nido alle superiori, sono stati in totale 6.080 i nuovi contagiati tra bambini, ragazzi, insegnanti e personale. Mai così tanti dall’inizio della pandemia.

Un aumento del 70% rispetto alle quattro settimane piene di gennaio. Nelle ultime due settimane – dal 15 al 21 e dal 22 al 28 febbraio – si è registrata un’incidenza superiore ai 350 casi ogni 100mila persone per tutte le fasce d’età dai 6 ai 18 anni, mentre tra i bambini fino ai 5 anni l’incidenza è vicina ai 250 casi.

I focolai nati specificatamente in ambito scolastico, dal 7 gennaio all’1 marzo, in Emilia-Romagna sono stati in totale 408 e hanno coinvolto complessivamente 2.314 persone tra allievi, insegnanti e personale.

 
 
 
 

“Siamo in una situazione inedita, i dati parlano da soli. In un periodo di due settimane abbiamo avuto un picco di contagiati che non ha paragoni con i mesi precedenti. E secondo l’interpretazione unanime degli scienziati, compresi i nostri esperti, tutto questo è dovuto alla maggiore diffusività del virus a causa della predominanza della variante inglese”. Così Raffaele Donini, assessore emiliano-romagnolo alla Salute, ha commentato i dati dell’incidenza del Sars-Cov2 nel mondo della scuola snocciolando i numeri ieri durante una informativa alle commissioni Politiche per la salute e politiche sociali e Cultura, scuola, formazione, lavoro riunite in seduta congiunta.

“Abbiamo agito tempestivamente, la prevenzione è stata massiccia sia con i test in farmacia che con il contact tracing – ha sottolineato – ma nonostante ciò la situazione è molto pesante per questa fascia di età. Ecco perché abbiamo guardato i territori con maggiore incidenza di contagio, insieme ai parametri ospedalieri, e abbiamo condiviso con tutti gli enti locali e le aziende sanitarie delle misure aggiuntive rispetto alla fascia arancione per implementare ulteriori restrizioni che mettessero al riparo la fascia di età scolastica e riducessero la circolazione delle persone. Per il futuro, per quanto riguarda le scuole speriamo di poter sviluppare test di massa vicino agli istituti, non solo nelle farmacie, per alunni, professori e personale”.

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