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In un misto di trepidazione e rassegnazione, oggi l’Emilia Romagna saprà se, da lunedì prossimo, tornerà in lockdown. La “sentenza” sembra già scritta nei dati impietosi registrati nelle ultime settimane.

L’aumento dei casi è trainato dalle varianti, che ormai sono le forme prevalenti di Covid. In particolare quella inglese provocherebbe già oltre la metà dei casi, in base agli ultimi dati raccolti dalle Regioni e elaborati dall’Istituto superiore di sanità. Tra le regioni attualmente arancioni, Emilia Romagna e Campania sono quelle più a rischio di passare in fascia rossa.

Nella nostra regione, del resto, sono molteplici i segnali di allarme. Le province di Bologna e Modena saranno zona rossa da oggi al 21 marzo. È stata poi stabilita una fascia «arancione scuro» (negozi aperti ma divieto di spostamento come nelle zone rosse e scuole chiuse ad eccezione di asili e infanzia) da giovedì 25 febbraio fino all’11 marzo, per 14 Comuni che fanno capo all’Ausl di Imola. Dal 2 al 14 marzo, inoltre, la zona arancione scuro è estesa alle province di Rimini e di Ravenna oltre che l’area del Cesenate

 
 
 
 

In regione il 57,6% dei contagi è ascrivibile alla variante inglese. Sono sei le province (Rimini, Bologna, Forlì, Modena, Ravenna, Reggio Emilia) sopra i 250 casi settimanali ogni 100 mila abitanti, la soglia in cui si entra in un regime di misure rafforzate.

Non solo. In Emilia Romagna sono aumentati del 70% i contagi a scuola. Tutti elementi che fanno temere un passaggio in zona rossa.

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