fbpx

Nei giorni in cui servirebbe la massima chiarezza l’Emilia Romagna ieri ha vissuto l’ennesima giornata di imbarazzante subbuglio.

Prima l’annuncio della conferma della fascia arancione da parte del ministro Speranza che – si saprà poi – aveva deciso sulla base di dati epidemiologici vecchi di una settimana (?), poi la pezza messa in serata dalla Regione che, nel giorno del record “all time” dei contagiati (3246!), decreta l’entrata in zona rossa – da lunedì 8 marzo – per tutti i comuni della Ausl Romagna (Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna).

E’ l’epilogo inevitabile di un venerdì tragicomico segnato da notizie convulse che solleva nuovi dubbi sulla gestione della pandemia in questo paese.

Fino al tardo pomeriggio di ieri, infatti, ha regnato il caos. Da una parte i dati impietosi della pandemia: la curva dei contagi che raggiunge picchi mai visti con i reparti Covid che si affollano all’improvviso e le terapie intensive che tornano pericolosamente sotto pressione; dall’altra la velina governativa che, come se nulla fosse – mentre l’Europa ci collocava in zona “rosso scuro” – confermava la regione in arancione.

 
 
 
 

Si saprà poi che il ministro Speranza aveva deciso sulla base di dati vecchi di una settimana quando la variante inglese aveva appena iniziato a farsi sentire. A quel punto è toccato alla Regione correggere il Ministro e, sulla scorta dei dati più aggiornati, prendere l’unica decisione possibile: nuovo lockdown fino al 21 marzo.

Ergo, da lunedì prossimo, chiuse tutte le scuole di ordine e grado, chiuse le attività commerciali (escluse ovviamente farmacie, negozi di alimentari e tutte quelle attività ritenute essenziali), stop a parrucchieri ed estetiste ed obbligo di spostamento solo con l’autocertificazione.   

Sostieni livingcesenatico con una piccola donazione!

 
Inviando questo modulo acconsenti al trattamento dei dati secondo le vigenti norme di Privacy e diritto di autore. Per maggiori informazioni vai alla pagina Privacy e Cookie.

Leave a Reply