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“Io ho commesso degli errori e non ho nessuna difficoltà ad ammettere che, sul piano amministrativo, non sono stata in grado di gestire determinate situazioni, ma questa ondata di fango che mi ha travolto è davvero sproporzionata rispetto alle mie reali colpe”.

Ammette le sue responsabilità, ma ridimensiona notevolmente la portata delle accuse la 45enne originaria di Cesenatico coinvolta nell’inchiesta “Baby Park” della Guardia di Finanza di Cervia: “Rispetto a quello che ho letto sui giornali – dice – c’è un quarto di verità e tutto il resto sono bugie. Ad esempio i 200mila euro di giro d’affari è assolutamente una stima esagerata così come non è vero che avrei lavorato per oltre 90 attività turistiche. I numeri, in realtà, sono molto più modesti e, quando i miei legali avranno concluso i conteggi, sicuramente pagherò qualcosa, ma vedrete che tutta questa vicenda sarà molto ma molto più ridimensionata”.

“Mi sento al centro di una gogna mediatica che, obiettivamente, non merito – prosegue – perché, in questi anni, avrò commesso delle leggerezze, ma ho anche dato lavoro a tantissime persone e se le amministrazioni mi chiamavano vuol dire che il mio lavoro lo sapevo fare. Poi sono la prima ad ammettere che, sul piano contabile, ho dei limiti. Penso di essere molto brava nella direzione artistica, ma come amministratrice sono una pippa incompetente. A dirla tutta, pago anche gli errori di essermi fidata di persone – alcune anche a me molto care – che, in realtà, con il senno di poi, non erano all’altezza di saper gestire i miei interessi. Ma io ci ho sempre messo la faccia e, anche questa volta, pagherò in prima persona”.

“Gli animatori non retribuiti? In quella presunta porzione dei ‘non messi in regola’ ci sono anche quelli che ancora non mi hanno fatto la ritenuta d’acconto. E questo riguarda soprattutto i minori. E poi ci sono quei ragazzi che, a metà stagione, hanno mollato il lavoro oppure sono stati mandati a casa perché non si comportavano in maniera seria. Con alcuni ci sono dei contenziosi e dunque, prima di dire che non sono stati pagati, io ci andrei cauta. Con chi, invece, vanta ancora dei crediti mi sento regolarmente e, ogni tanto, quando posso, allungo qualcosa. In ogni caso, io in questi anni ho ricaricato migliaia di euro di stipendi nelle postpay e dunque tutti i pagamenti sono tracciati. Il problema, lo ripeto, è che la gestione amministrativa non era strutturata come avrebbe dovuto e dunque, in quel marasma, qualcuno ha pure provato ad estorcermi più soldi del dovuto. Non mi meraviglierei se, al termine dei conteggi, qualcuno mi dicesse che sono io ad avanzare dei soldi.

“Per quanto riguarda le altre accuse, troppa gente confonde i ruoli e mi accolla delle responsabilità che, in realtà, non sono mie. Ho l’impressione che qualcuno stia cavalcando questa mia disavventura per reclamare crediti di cui io non c’entro nulla. A tanti ho già risposto in passato: guarda – dicevo – che quei soldi non te li devo dare io…”.

 
 
 

“Volete sapere perché, sul nostro territorio, non ci sono più le agenzie di animazione? Perché certe categorie pagano quando gli pare e così, se non hai le spalle larghe, talvolta vai in crisi di liquidità. Io, come tanti, mi sono trovata in difficoltà perché c’era gente che doveva darmi dei soldi e invece non me li ha mai dati o me li dava dopo sei mesi. E’ in quei momenti che, per non affogare, cerchi un po’ di arrabattarti. Ed è lì che vengono fuori gli errori, che rimandi i pagamenti, che non versi quello che devi versare. E poi, alla fine, ti incarti. Io da bagnini ed albergatori devo ancora avere circa 33mila euro. Ecco perché non ho più lavorato nell’animazione, era troppo alto il rischio di insoluti. E, ripeto, se non fosse così, in una realtà ad alta vocazione turistica come la riviera romagnola, ci sarebbero tantissime agenzie di animazione e invece di realtà locali, guarda caso, non n’è rimasta neanche una”.

“Io ho fatto la direttrice artistica e, in molti casi, non ero io l’organizzatrice dell’evento. Eppure tanta gente è venuta a batter cassa da me, quando invece erano altri che dovevano onorare certi contratti. Per quanto riguarda, inoltre, i grandi eventi invernali di Milano Marittima, teniamo presente che io, con l’ultima edizione, non c’entravo assolutamente nulla e su quel palco ci sono finita solo per sostituire un vocalist che, in quel momento, era indisposto. Per le edizioni passate, invece, vorrei ricordare a qualcuno che, a certi eventi, lavoravano solo dei volontari e dunque, sul piano contrattuale, nessuno poteva reclamare compensi. Sono stata io che, sotto forma di rimborsi spese, ho spesso voluto pagare una diaria perché pensavo fosse giusto così. In ogni caso, in quel tipo di eventi, fare delle speculazioni è, di fatto, impossibile. Io comunque mi ero tolta già molto prima da certe situazioni ed anche i fatti che mi vedono imputata sono cose vecchie, ormai di tanti anni fa”.

“Mi aspetto di pagare una multa, certo non i 300mila euro che ho letto sui giornali. Qualche errore, lo ripeto, l’ho fatto e non lo nego. Ma non mi sento una poco di buono, piuttosto sono stata ingenua e, in molti casi, non in grado di gestire, sul piano economico, delle realtà che avrebbero dovuto avere un’amministrazione molto più attenta. Pagherò quello che è giusto, ma a fare il parafulmine di tutti io non ci sto. Manterrò il riserbo che ho sempre avuto, evitando di tirare in ballo altre persone, ma qui ognuno deve assumersi le sue responsabilità. Sarebbe comodo, lo so, ma non posso pagare per tutti”.

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