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“Nessun favoritismo per Gianni Morandi”. Così l’ospedale “Bufalini” di Cesena replica alle polemiche che hanno travolto l’Ausl Romagna dopo che il cantante di Monghidoro aveva pubblicato su Facebook una foto che lo ritraeva sul letto del reparto accanto alla moglie Anna che lo aiutava a mangiare.

Lo scatto, come noto, non è passato inosservato, soprattutto tra quei pazienti che – in questi mesi di pandemia – avevano dovuto fare i conti, in alcuni casi, con lo stop alle visite, anche in situazioni di forte criticità per il paziente: “Non tutti – questo il senso di una parte delle proteste sui social – possono andare a trovare i propri cari in corsia quando sono ricoverati e stanno male. Soprattutto nell’anno del Covid, durante il quale gli ospedali sono blindati”.

In realtà, non è proprio così. Dall’ospedale di Cesena, infatti, arriva un provvidenziale chiarimento. Nelle aree “No Covid”, dunque nei reparti che non ospitano pazienti positivi al coronavirus, è consentito l’ingresso di un visitatore al giorno, una volta al giorno. Ovviamente ci sono limitazioni. Per esempio la richiesta è che il famigliare che entra in reparto sia sempre lo stesso per ridurre i rischi.

Anche secondo le direttive della Regione, in una fase di pandemia acuta, le visite sono consentite ma vengono valutate caso per caso e, soprattutto, reparto per reparto.

 
 
 
 

Il 24 giugno 2020, quando la prima ondatata dell’emergenza Covid volgeva al termine, dalla Regione Emilia-Romagna arrivarono delle linee guida proprio per disciplinare l’ingresso dei visitatori nei reparti non Covid. Al punto 3 di quel documento si legge: “L’accesso dell’utenza esterna ai reparti non Covid può essere consentito a fronte di una rimodulazione delle consuete fasce orarie di visita che massimizzi la diluizione delle presenze, di una revisione delle modalità di accesso e dell’implementazione di un sistema di controllo”.

E nello specifico: “è consentito ai visitatori un unico accesso per un massimo di due ore consecutive o, in alternativa, per un tempo che consenta di far ruotare le presenze dei visitatori stessi, soprattutto là dove ci siano stanze a due o più letti”. Ed ancora “ad ogni ricoverato deve essere assegnata una fascia oraria durante la quale ricevere la visita di un solo familiare per volta. Possono ricevere la visita di un famigliare in due diverse fasce orarie, nella medesima giornata, solo quei pazienti che hanno bisogno di assistenza ai pasti”.

Dunque, seppur nel rispetto delle regole (indossare la mascherina, disinfettare le mani prima di entrare, stare almeno a un metro di distanza dagli altri pazienti) l’ingresso ad un visitatore è permesso, sebbene – recitano sempre le direttive – “In caso di sovraffollamento o in situazioni di urgenza/emergenza il personale può limitare ulteriormente gli accessi alle stanze di degenza, dandone opportuna informativa ai visitatori in attesa”.

Ora, in questa fase – come recitano quotidianamente i bollettini dell’Ausl – l’ospedale Bufalini vive una delle sue fasi più critiche con l’aumento costante dei ricoveri. Ad ogni modo, apprendiamo, l’ingresso dei parenti è ugualmente consentito seppur con limitazioni.

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