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Non è certo una novità. Cesenatico è una città che sprizza linfa vitale e colori da tutti i pori. L’arte, da sempre, fa parte della sua storia e della sua quotidianità. La si può trovare nei suoi monumenti, tra le vele del Porto Canale o semplicemente imbattendosi nei personaggi pittoreschi (e pittorici) che la abitano.

Nonostante questo, la località si impegna in continuazione a trovare nuovi stimoli in grado di abbellirla e rinnovarla.

Non mancano gli artisti emergenti che, grazie alle loro doti e alla loro inesauribile voglia di fare, si occupano di trasformare Cesenatico in un’autentica cartolina. La particolarità risiede nelle tecniche utilizzate: i giovani, carichi di energia e proiettati verso il mondo moderno, trovano idee peculiari e creative per decorare il paese.

Lia Proti è, senza dubbio, l’esempio che meglio incarna il concetto di innovazione e di una visione che va ben oltre le apparenze. La giovane artista, laureata presso l’Università di Bologna, ha trasformato barriere di ferro e saracinesche arrugginite in spazi artistici in cui dare vita alle sue creazioni. Attraverso la “Fisiognomica urbana” ha fatto letteralmente risorgere  luoghi desolati creando una vera galleria all’aria aperta (e sul mare, per giunta).

“Impara l’arte e mettila da parte”. Beh, no. Lia ha deciso di prendere la sua arte e condividerla in maniera totale. Ha voluto regalarla a tutti lasciando la libertà di emozionarsi, in qualsiasi modo, semplicemente passeggiando in strada.

 
 
 
 

Il suo progetto, la fisiognomica urbana, sarà portato anche all’evento “LallaPalooza” sulla Vena Mazzarini. Nelle serate del 23 luglio e del 6 agosto, Lia allestirà una postazione a cui si potrà accedere per farsi fotografare e, di conseguenza, prendere parte all’iniziativa. Il 3 settembre verrà presentato il risultato finale (creato attraverso l’utilizzo e la catalogazione delle foto scattate nelle serate precedenti). Ma l’obiettivo (oltre a quello della fotocamera) non è circoscritto ad una questione estetica e visiva. L’intento di Lia è molto più ampio. È quello di realizzare una situazione fatta di dialoghi e relazioni con la gente:

“Quella della fotografia è una tecnica come un’altra. Lo scopo è quello di comporre qualcosa di inclusivo. Le persone possono venire alla mia postazione,  farsi fotografare, parlare, raccontarmi la propria vita… quello che vogliono, insomma. Il mio angolino artistico serve principalmente per creare legami ed instaurare rapporti. La speranza, poi, è che tutti possano tornare per vedere il risultato finale del lavoro.”

Ecco come la creatività si solleva dall’aspetto puramente concreto e fa nascere un contesto, del tutto nuovo, all’insegna del divertimento e del rapporto umano. Una proposta che vede come protagonisti lei e tutti coloro che vorranno farsi fotografare!

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