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Cartelle esattoriali verso la ripartenza. Data fatidica: 1° settembre 2021. Le pratiche, ferme dall’inizio della pandemia, potrebbero non subire l’ennesimo blocco da parte del Governo.

In questo caso, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non potrà far altro che recapitare le cartelle ai contribuenti. Le modalità? Sarà una “grandinata” o un invio contingentato? Dubbi, incognite, interrogativi. Lo scenario che, ormai, caratterizza tutti i contesti ostacolati dalla situazione emergenziale.

Si parla di 60 milioni di cartelle arretrate. Ma, in realtà, quelle ferme non supererebbero i 25 milioni. La previsione è quella di escludere un invio massivo, tutto in una volta. Saranno solo 4 milioni le cartelle sbloccate entro la fine dell’anno. Verrà data la precedenza a quelle rimaste in stallo a partire dal mese di marzo 2020. A seguire, poi, le altre.

 
 
 
 

Resta da scoprire come si comporterà il Governo: supponendo che la macchina della riscossione metta in moto il motore, ci si potranno aspettare vari movimenti: nuove misure agevolative sulle tasse pregresse degli italiani? Rottamazione delle pratiche? Non a caso, dato l’evento imminente, alcune forze politiche che sostengono il Governo Draghi stanno richiedendo – a gran voce, ancora una volta – la “pace fiscale”.

Come se non bastasse, sempre dal 1° settembre, si aggiungerà anche il nuovo avvio per quanto riguarda i fermi amministrativi. Nonché dei pignoramenti (anche nell’ambito di pensioni e stipendi).

Ecco che gli atti in scadenza, tra fermi e cartelle, cominceranno ad essere recapitati in maniera graduale. Salvo, ovviamente, nuove proroghe.

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