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Se in mattinata vi avevamo raccontato una parte di quanto accaduto nella zona occupata dai camper presso le colonie di Ponente, nel pomeriggio sono venuti a galla nuovi elementi che raccontano un’altra parte del fatto. Che lo completano.

 
 
 
 

Pare infatti che nel tardo pomeriggio di venerdì, un cittadino italiano sia stato ripreso con un cellulare mentre si è introdotto dentro una delle roulotte delle persone con cui nelle ore precedenti era scoppiato un alterco. Ripresa anche la sua vettura con targa ben in mostra. Pare, secondo quanto riferito da bene informati che avesse qualcosa nelle mani associabile a un “bastone” o un “tubo di ferro”. Con questo avrebbe colpito uno dei ragazzi del camper. Quest’ultimo poi si è recato al pronto soccorso per le cure. Gli sarebbero stati diagnosticati ematomi e dolori alla tempia e alla mandibola.

Il giorno seguente, (sabato, ndr) l’alterco è proseguito. Quando la volontaria si è recata alle colonie si sono presentati anche gli agenti della polizia locale. Ma “casualmente” nel mentre è transitato da quel tratto di viale Colombo anche un mezzo di servizio di un’azienda municipalizzata. Uno dei ragazzi della roulotte ha riconosciuto nel conducente l’uomo che lo avrebbe percosso la sera precedente. In quel frangente, sempre per pura casualità, sarebbe passato di lì anche il fratello del conducente del mezzo. Ne è originato un parapiglia di pochi secondi ma che poteva peggiorare se non fosse intervenuta la pattuglia di agenti presente sul posto.

La questione, da qualsiasi punto la si guardi è difficilmente tollerabile. E proprio perché in divenire, non si sa come potrebbe finire. Nessuna delle due posizioni pare giustificabile. Tra le soluzioni che gli esperti propongono, per tagliare alla radice un problema che si trascina almeno da questa estate, c’è il daspo urbano, il foglio di via per persone già note alle forze dell’ordine e la creazione di un’area verde al posto di quel tratto “libero” dove i camper non possano sostare. Oppure ci si può girare dall’altra parte e far finta di niente.

La foto dell’articolo è di repertorio

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Alessandro Mazza

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