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La pesca fortunata di ieri di un tonno da parte del tandem Sirio Madonna delle Grazie apre una parentesi che in realtà non si è mai chiusa. Le quote tonno. La Cooperativa Casa del Pescatore da anni fa presente le storture del sistema e anche in questa occasione non si sottrae al dialogo.

 
 
 
 

“Ci sono sempre più tonni rossi in Adriatico. Una presenza crescente – spiega Mario Drudi della Cooperativa – che rende ingiustificato il fatto che le quote tonno siano sempre in mano ai 12-13 soliti. Che tra l’altro non sono imprese che lavorano in Adriatico e, come se non bastasse, beneficiano anche dell’aumento delle quote di cui sono padroni. Il nostro mare si conferma la nursery del tonno che pescheranno altri. Per non parlare di come si comportano alcuni che praticano la pesca sportiva”.

pesca tonni calimero

Nella foto l’equipaggio del Calimero che prepara la rete per gli alletterati

 

È la legge del più forte. Non si fa il giusto, ma quello che conviene

Ma il problema si interseca anche con un’altra situazione sempre esplicitata da Drudi. “Il tonno è una sorta di cinghiale del mare perché mangia di tutto soprattutto pesce azzurro. Il controsenso è evidente: si protegge il pesce dai pescatori per farlo mangiare ai tonni che pescano altri. Forse qualcosa andrebbe rivisto. Al momento infatti lo stato riduce le giornate di pesca per salvaguardare la fauna ittica ma al contempo si permette al tonno di razziare il pesce azzurro. Basti pensare che un solo tonno si ciba anche di 10 kg di pesce azzurro al giorno”.

“La situazione ora non è più quella di una specie a rischio. Inoltre il tonno da noi è stanziale, non viene più in alto adriatico per cibarsi e basta. L’assessore regionale Mammi è stato informato e condivide le nostre preoccupazioni, ma come la palla passa al ministero… lì è un’altra storia”.

“È la legge del più forte – conclude Drudi -. Non si fa il giusto, ma quello che conviene al più forte con lobbismo travestito da ambientalismo”.

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Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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