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“Mi sembra un po’ tardi per azioni simboliche!”. Va dritto al punto il presidente Legambiente Forlì-Cesena Francesco Occhipinti in merito allo spegnimento di alcuni edifici pubblici (articolo a questo link).

 
 
 
 

“Se si vuole dare un segnale importante si intervenga sulla temperatura degli uffici pubblici dove spesso l’unica termoregolazione è l’apertura delle finestre per il troppo caldo. Gli studenti stanno facendo lezione con le finestre aperte ed il riscaldamento acceso.
Oggi ci troviamo in questa situazione che grava su tutti perché in Italia il metano comanda incontrastato, anche quando manda a picco i bilanci di cittadini e imprese, viene difeso a spada tratta, come fanno gli sceicchi con il petrolio (solo che loro il greggio ce l’hanno, noi il metano no). Roberto Cingolani, il ministro della Transizione ai Fossili, pardon della Transizione Ecologica, vagheggia di immense riserve di gas autoctono che dovrebbero salvarci, preparandosi a semplificare le autorizzazioni per bucherellare ancora l’Adriatico, per spremere un po’ del metano rimasto e affondare definitivamente Venezia, peraltro dopo non essere riuscito a sbloccare e semplificare quelle che tengono al palo le rinnovabili”.

Finalmente da oggi poi, per decisione del parlamento della Repubblica italiana, con la modifica all’articolo 9 della Costituzione, in ogni progetto, in ogni programma di investimento, per ogni iniziativa privata o pubblica sarà obbligatorio valutare e tutelare ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi.

Da oggi, con il voto definitivo del Parlamento, queste parole sono state inserite in modo definitivo nella nostra Carta Costituzionale nei suoi principi fondamentali (articolo 9). Inoltre, è stato integrato anche l’art. 41. (la libertà dell’azione economica privata non può danneggiare la salute e l’ambiente).

Ora ci sarà da lavorare sulla questione delle rinnovabili, ovvero la contrapposizione tra i diritti (estetici) delle generazioni presenti e quelli (vitali) delle generazioni future, almeno ora si gioca ad armi pari”.

Servono azioni concrete per ridurre lo spreco non spegnere le luci per qualche ora in edifici già vuoti

Francesco Occhipinti

“E proprio su questa partita, vista la crescente “sensibilità” di tante amministrazioni, ci aspettiamo che si smetta di anteporre il proprio diritto estetico su un paesaggio che è completamente antropico e non ha nulla di naturale, ai diritti di sopravvivenza delle future generazioni di fronte alla crisi climatica.

Oggi servono azioni concrete per ridurre lo spreco non spegnere le luci per qualche ora in edifici già vuoti…
Ricordo agli stessi sindaci che da tempo possono già sfruttare questa opportunità (link).

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Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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