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A cura di Federica Gualdani

Anche la ristorazione colpita dalla crisi in Ucraina

Ormai ne siamo più consapevoli che mai: la guerra è ovunque. Non solo sui campi di battaglia. Ogni aspetto della vita quotidiana muta radicalmente e cerca di adattarsi ad un modo di vivere completamente nuovo. Anche chi pensava si trattasse di “un affare degli altri” comincia a rendersi conto che, invece, è un disastro collettivo. Gli effetti del conflitto in Ucraina si propagano per tutto il mondo. Anche dove non ci si immaginerebbe nemmeno. Cesenatico, città da fiabe e cartoline, risente direttamente della tragedia in atto.

 
 
 
 

Ne parla Repubblica (ma non solo): il prezzo del pesce sale, l’olio sembra introvabile. La situazione precipita. Ancora di più se si pensa all’importanza della ristorazione di mare, tratto caratteristico di Cesenatico. Sembra un incubo. Ma è più reale che mai. Stefano Bartolini, chef e ristoratore, racconta la sua esperienza a Repubblica: “Gli scampi stanno scarseggiando. Il prezzo del pesce è in aumento. Il problema maggiore, però, è la mancanza di olio. Va da sé che un locale chiamato L’Osteria del Gran Fritto non può resistere a lungo senza scorte di olio. Introvabile. Al momento siamo dotati di un’autonomia di venti giorni. Poi si vedrà. Molte persone sono già all’opera per il reperimento della risorsa. È diventato l’obiettivo principale”.

Ma l’olio, in realtà, è il minore dei mali. Continua Stefano: “Senza contare che la mia famiglia sta attualmente ospitando dieci rifugiati ucraini, tra donne e bambini.”

A confermare la difficoltà dei proprietari delle attività è Monica Rossi, presidente di A.ERRE, Associazione dei ristoratori di Cesenatico: “Purtroppo con la guerra in Ucraina, che ci auguriamo finisca al più presto, vi sono state indubbiamente delle ripercussioni economiche che hanno colpito anche il settore della ristorazione. I costi delle materie prime e dei generi alimentari hanno subìto un rincaro del 20-25% da sommare agli aumenti che hanno cominciato a comparire già dal mese di settembre. Siamo forse siamo uno dei pochi settori che non si può permettere aumenti sui listini, mentre la filiera che ci precede applica gli aumenti!”. 

monica rossi

“Alcuni prodotti – aggiunge Monica – non sono più nemmeno sul mercato. Come l’olio di girasole, ad esempio. Per non parlare dell’aumento esponenziale per quanto riguarda bollette di luce e gas con circa un 130% in più. Urge trovare soluzioni. Ma questo è un compito che spetta al Governo, calmierare e fissare i prezzi. Da dicembre, poi, c’è stato un calo notevole delle presenze all’interno dei ristoranti. Si lavora nei fine settimana. Questo, sommato a tutte le problematiche del momento, porta ad aggravare ulteriormente l’emergenza in corso”.

 
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