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Potrebbe sembrare uno scherzo, ma non lo è. Di certo, è quanto meno bizzarra la determina dell’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli che impone a quanti dispongono di calciobalilla e ping-pong di produrre una documentazione ulteriore che dimostri come questi giochi abbiano caratteristiche tali da far escludere qualsiasi vincita in denaro.

 
 
 
 
 
 
 
 

In altre parole, bar, circoli, enti ricreativi dovrebbero dimostrare per iscritto che giocando a ping pong o a biliardino non si vincono premi in denaro.

“È una delle tante aberrazioni burocratiche – commenta Cna – ingiustificate ed ingiustificabili, perché nel caso concreto questi giochi non determinano vincite in denaro. Ovviamente a meno che gli avversari non scommettano tra di loro, ma c’è davvero bisogno di specificarlo?”

Il rischio è che, per evitare di esporsi a multe salate, i titolari di pubblici esercizi facciano a meno di tipiche attività italiane e vengano così meno due giochi molto apprezzati, di quelli che da sempre rappresentano un piccolo “strumento” di socialità, soprattutto tra i giovani.

La cosa diviene ancor più disagevole se si considera che siamo a stagione balneare avanzata e queste attività sono tipiche del rituale estivo. Insomma, questo caso funziona bene come esempio di come si danneggiano le imprese con la burocrazia.

Cna Turismo e Commercio, che già aveva ottenuto una proroga alla entrata in vigore di tale decisione, chiede ora, una volta per tutte, che attraverso un provvedimento ad hoc venga stabilita la definitiva esclusione di calciobalilla e ping-pong dalle norme che disciplinano i giochi che prevedono vincite in denaro.

 
Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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