“L’Operazione Radici – scrive la Cgil in una nota – ha portato alla luce un sistema in cui riciclaggio, estorsioni e acquisizione di imprese in crisi del territorio, andava di pari passo con lo sfruttamento, le minacce e le vessazioni nei confronti di lavoratrici e lavoratori di più settori: sono state infatti coinvolte aziende alberghiere, dell’industria dolciaria, bar e ristoranti”.
“Dal 2018 – segnala il sindacato – a oggi, grazie alla costante presenza sul territorio della Filcams e Flai Cgil di Cesena, si è riuscito a dare assistenza, anche durante il periodo pandemico, a coloro i quali si sono rivolti alle nostre strutture per avere un primo aiuto. Le denunce di lavoratori e lavoratrici per il mancato riconoscimento economico, le vessazioni e maltrattamenti, da quello che emerge dall’Operazione Radici, si inseriscono all’interno di un più ampio sistema di organizzazioni criminali di stampo mafioso”.
“Gli sviluppi dell’Operazione Radici – sottolinea il sindacato – sono seguiti con grande interesse dalle Camere del Lavoro Territoriali Cgil di Cesena e Cesenatico, che oggi come in passato hanno denunciato casi di sfruttamento e caporalato. Per questo motivo la Cgil continuerà a seguire i lavoratori e le lavoratici che si sono ritrovate vittime di dinamiche mafiose e valuterà ulteriori azioni di tutela.
Quanto emerso finora dalle indagini non fa altro che confermare un fenomeno che viene denunciato da anni dalla Cgil: nei territori dove si creano le condizioni per un lavoro precario e senza tutele, vi è un terreno fertile per le organizzazioni che vogliono lucrare a spese di tutta la collettività. In un contesto come quello della riviera, dove stando ai dati dell’Inl la presenza del lavoro irregolare è capillare, il rischio aggiuntivo è che diventi sempre più difficile distinguere la “semplice irregolarità” dallo sfruttamento operato dalla criminalità organizzata”.
La Cgil continuerà a mantenere alto il livello di attenzione, portando avanti il lavoro di sindacato di strada su tutto il territorio e continuando ad offrire la propria opera di tutela e informazione a tutte le lavoratrici e i lavoratori. Questo però si deve accompagnare a un percorso volto a potenziare gli enti ispettivi, che insieme alla collaborazione di tutte le parti sociali e le istituzioni sono elementi fondamentali per garantire un efficace controllo del territorio.