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Dopo l’emergenza Covid, anche l’alluvione rischia di infliggere un colpo letale all’industria turistica di Cesenatico. Già l’annullamento della Nove Colli – che avrebbe dovuto svolgersi nella giornata di oggi – ha sottratto entrate preziose ai fatturati di alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari e attività commerciali. La Gran Fondo, strade permettendo, è stata spostata a settembre (il 24), così come avvenne nell’edizione del 2021 inevitabilmente posticipata per l’emergenza pandemica. In quel caso, dei 12mila iscritti si presentarono sulla griglia in novemila e, con ogni probabilità, anche stavolta il cambio di data provocherà una fisiologica diminuzione dei partenti effettivi. Dunque, l’indotto turistico che avremmo avuto in questo fine settimana ben difficilmente si replicherà a settembre.

Oltre a questo primo “fatto”, purtroppo – in questi giorni – piovono disdette da parte di chi, impressionato dalle immagini dei telegiornali, considera erroneamente la costa romagnola come una destinazione da evitare. Un clamoroso abbaglio visto che, per quanto riguarda Cesenatico, la spiaggia sarà riordinata entro qualche giorno e le situazioni più critiche si sono verificate nell’entroterra, in zone senza alcuna connotazione turistica.

 
 
 
 
 
 
 
 

L’assessore regionale al turismo Andrea Corsini ha annunciato l’inizio di una campagna promozionale per rilanciare l’industria romagnola della vacanza, ma il tempo stringe e, dopo l’alluvione, oltre alle disdette, le prenotazioni negli alberghi in questi giorni si sono arrestate di colpo. Dunque, di pari passo con la gestione dell’emergenza (che resta ovviamente la priorità), non bisogna perdere di vista che l’estate è ormai alle porte e che questi territori vivono, da sempre, sulla filiera del turismo. Dopo il dramma del Covid (che ha mandato in malora tante attività), gli effetti nefasti di questa catastrofica alluvione devono essere arginati a tutti i costi.

 
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