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E’ scattato nei giorni scorsi il fermo pesca. Per 43 giorni, dunque, stop alla pesca a strascico e volante che tornerà solo i primi giorni di settembre. Nello specifico, nel tratto dell’alto Adriatico, quello che va da Trieste ad Ancona, il fermo pesca è cominciato sabato scorso per concludersi il 9 di settembre per quanto riguardala pesca esercitata mediante l’utilizzo di attrezzi trainati: “reti a strascico a divergenti” “reti gemelle a divergenti”, sfogliare e rapidi. A scendere lungo l’Adriatico, da San Benedetto del Tonto fino a Termoli il fermo obbligatori 2023 prenderà il via invece il 19 agosto per concludersi il 24 di settembre.

In questa prima fase, dunque, il fermo interesserà le marinerie di Friuli di Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e parte delle Marche.

Resteranno in mare, in ogni caso,  i barchini locali che praticano la pesca selettiva e di giornata col solo pesce che rimate impigliato e intrappolato nelle reti fisse calate sotto il mare: tramagli, reti da posta, nasse, cogolli, parangali. Escluse dal fermo anche le barche, che montano draghe idrauliche per la cattura della vongole.

 
 
 
 

Le barche interessate dal fermo biologico in Emilia Romagna sono poco meno di 200, trenta quelle di Cesenatico. Scaduto il temine del fermo 2023, dopo le 24 di domenica 10 settembre e fino al 4 novembre, il Ministero ha riconfermato il cosiddetto “fermo tecnico”. I pescherecci potranno cioè scegliere se pescare per soli 3 giorni la settimana, oppure farlo per 4 giorni, non superando però il tetto delle 60 ore settimanali.

 
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