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Sono una delle cartoline più suggestive che ci regala l’Adriatico: le giocose evoluzioni dei delfini in alto mare. Eppure, anche questo “dono” della natura ha le sue “controindicazioni”, almeno stando al singolare punto di vista del presidente della Cooperativa Lavoratori del mare di Rimini Giancarlo Cevoli secondo cui i delfini “rappresentano un danno enorme” perché “stanno facendo sparire il pesce azzurro”. Ma Cevoli si spinge oltre, incoraggiando anche la caccia ai delfini “visto che – dice – è commestibile ed è molto buono, prelibato. Come la mucca o il maiale, la ricciola o la cernia: che differenza fa?”.

Insomma, anche i delfini (specie protetta in Adiatico) sono un problema perché – secondo la cooperativa – “sono diventati troppi”. Talmente tanti che la loro presenza rischia di generare pesanti squilibri all’eco-sistema marino. 

 
 
 
 
 
 
 
 

“Fino al 1947 – insiste Cevoli – lo Stato riconosceva una premialità ai pescatori che catturavano un delfino perché era estremamente dannoso per la pesca. Seguivano le reti, all’epoca di cotone, e le bucavano. Quando le reti venivano issate non c’era più niente. Ora sono di nylon e fanno più fatica ma in compenso, adesso che sono tantissimi, si nutrono del pesce azzurro, alici e sardine, che infatti si pescano sempre meno, tanto che le volanti sono quasi sparite”.

 
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