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Il ritorno delle barche in mare dopo lo stop del “fermo-pesca” ha, purtroppo, confermato i timori della marineria di Cesenatico: il granchio blu ha ormai invaso il nostro mare e, come già avvenuto nelle vicine acque di Goro, comincia a minacciare seriamente l’industria locale della pesca.

La sua voracità, infatti, rappresenta il pericolo numero uno per gli allevamenti di cozze e vongole, mentre chi pratica la pesca con le reti da posta ci ha già fatto i conti. Questa specie, infatti, giunta dal centro e nord America, è “armata” di grandi e forti chele e dunque non ha alcuna difficoltà a tagliare le sottili maglie in nylon delle reti da pesca calate in mare dai pescatori. Perché lo fa? Per divorare il pesce che rimane impigliato.

L’unico aspetto positivo è che il granchio blu è commestibile e, anche se la guida de Il Gambero Rosso non ne ha parlato in maniera troppo lusinghiera (“il suo sapore non è equiparabile a quello di un astice”), secondo molti chef il suo sapore lo rende adatto a tanti piatti prelibati. Il problema, però, è il suo scarso valore (2-3 euro al chilo) che non lo rende, dunque, una specie stimolante da pescare. 

 
 
 
 
 
 
 
 

In ogni caso, il problema ormai ce l’abbiamo in casa, come ha spiegato in un post preoccupato anche il sindaco Matteo Gozzoli: “Quello che era partito quasi come un gioco – scrive il primo cittadino – é diventato un serio problema: il granchio blu é arrivato anche a Cesenatico, sia sulla costa che nelle acque della Vena Mazzarini. Sappiamo ormai bene come questi esemplari possano provocare danni agli allevamenti di vongole e cozze, alle reti, alle nasse e in generale all’ecosistema marino. Siamo in contatto con la Regione Emilia-Romagna che si é mossa insieme al Governo per attuare una strategia di contrasto a livello nazionale”.

 
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