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Nei penitenziari dell’Emilia Romagna i detenuti stranieri sono 1.610 (di cui il 60% provenienti dall’Africa), quasi la metà dell’intera popolazione carceraria (3339 persone).

E’ il dato più eclatante che emerge dalla relazione sull’attività svolta nel 2022 che il garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri ha presentato ieri nel corso della commissione Parità dell’Assemblea legislativa.

Un affresco tutt’altro che edificante visto che le case circondariali della nostra regione sono sovraffollate, con problemi legati alla sanità, con popolazione a netta prevalenza maschile e seri problemi all’accesso alle pene alternative anche quando questo sarebbe possibile.

Il tasso di sovraffollamento è stato in media del 111,10%, il valore massimo raggiunto è stato di 114,87% e mai si è sceso sotto la capienza regolamentare. I condannati non definitivi (appellanti, ricorrenti e con posizione mista) sono 11,43% e quelli in attesa di primo giudizio 12,57%: la maggior parte dei detenuti sono definitivi (74,43% in media sul totale della popolazione detenuta, 69,93% per gli stranieri).

Sotto l’aspetto della durata della pena i dati dimostrano che il 35% dei detenuti presenta un residuo pena ridotto e tale da, in via ipotetica, permettere l’accesso a benefici o a misure alternative alla detenzione, mentre i detenuti con la pena all’ergastolo complessivamente arrivano a poco meno di 190 (di cui il 70% si trova a Parma, istituto che si caratterizza per la presenza di circuiti di alta sicurezza e 41bis).

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