Da Ex Lavatoio a Museo diffuso con fotovoltaico e… piadineria
Emergono nuovi dettagli sul progetto dell’Ex Lavatoio. “Non chiamatela falegnameria” viene da dire leggendo il progetto che, oltre l’edificio, comprende anche la riqualificazione totale del giardino dietro la chiesa di San Giacomo e il “sentiero” che collega l’edificio al porto canale dove c’è la sezione galleggiante del Museo della Marineria.
Nelle nove pagine del progetto emerge il concetto di un museo diffuso della Marineria che, come già detto in un altro servizio, troverà nell’ex lavatoio una sua appendice. Al suo interno sarà possibile compiere i lavori di restauro delle imbarcazioni e delle vele storiche, sono previsti spazi polivalenti per eventi culturali e fungerà anche da deposito per le statue del Presepe che ora sono in un capannone artigianale. La struttura è pensata per mostrare all’esterno ciò che accade al suo interno come avviene in altre realtà internazionali come Albaola Faktoria nei Paesi Baschi.
In foto la parte centrale
Per un grande progetto c’è una grande spesa, ecco le voci di costo
Questa fetta di lavori ha un costo ingente: si tratta di 1milione e 500mila euro. Una cifra che potrebbe far storcere il naso ma che dipende non solo dall’allestimento interno quanto al fatto che l’ex Lavatoio è inagibile. La struttura non è antisismica inoltre, per via dell’inesorabile scorrere del tempo e dello stato prolungato di abbandono in cui riversa, le strutture portanti sono ormai carenti. L’ex lavatoio è del 1912; fino agli anni ’80 ha ospitato il primo laboratorio di manutenzione e restauro del Museo della Marineria. Nel 2010 circa fu oggetto di fondi per la sua riqualificazione ma ci sono stati problemi con l’azienda incaricata di fare i lavori da cui ne scaturì un processo. Quindi dal 2012 la struttura è rimasta ferma e vuota.
Nello specifico le capriate risultano inadeguate strutturalmente e sismicamente, sono realizzate con materiali non idonei e pesantemente tarlate; la copertura in vetro risulta anch’essa inadeguata.
Alcuni tirafondi per i collegamenti al piede sono tagliati e alcuni del tutto mancanti. Infatti negli anni l’edificio è stato depredato.
L’ex Lavatoio è pensato come un laboratorio di restauro a vista, in cui i passanti, cittadini e turisti, possono vedere il personale del museo al lavoro sulle vecchie imbarcazioni, sulle vele al terzo o su altre attività che sanno di Marineria e artigianato. Un caso di studio in questa direzione è Albaola Faktoria nei Paesi Baschi. Non da ultimo, sul tetto saranno posizionati pannelli fotovoltaici di potenza pari a circa 22Kw.
Parte esterna: giardino e sentiero
Il valore del progetto però è nel contesto in cui è inserito. Un contesto che al momento, inutile nasconderlo, è un’area in cui degrado e incuria si incontrano nel vicino parco, tra la chiesa di San Giacomo e il parcheggio. Al suo posto il progetto prevede un giardino alberato con aree sport come un campo da basket, un “pit stop” per biciclette e, udite udite, una piadineria. Inoltre, dall’edificio dell’ex Lavatoio sarà rifatto il percorso pedonale di circa 130 metri che giungerà al museo galleggiante. La passeggiata sarà illuminata sia per dare maggiore decoro all’area ma anche per renderla più sicura.
I dettagli della parte esterna
Questa parte di lavoro sull’area pubblica esterna ha un costo di 675mila euro. Tra le altre voci di costo si segnala la più rilevante che è quella delle “spese tecniche, collaudi, incentivi alla progettazione, spese per assicurazione” ed è pari a 388.567,50 euro.
La grande partita dei costi pare un capitolo risolto visto che l’investimento complessivo di 3.500.000 è coperto da fondi ministeriali tramite Regione Emilia Romagna e comunali. La grande partita ora si sposta sui tempi di realizzazione del progetto.

