Per la prima volta il sindaco Matteo Gozzoli in consiglio comunale ha detto che probabilmente Cesenatico dovrà fare a meno del Posto di polizia estivo. Al primo luglio la tematica non sembra all’ordine del giorno degli organi di polizia: dal ministro al Prefetto. Problema che riguarda anche Cervia e Rimini; città con popolazione che in estate aumenta a dismisura per effetto del turismo. E le cattive notizie non sono finite qui. Il Covid-19 ha bloccato anche la scuola degli allievi Carabinieri che ogni anno venivano mandati in città per mesi di pratica sul campo. Situazione tutt’altro che rosea, così il Consiglio è corso ai ripari votando all’unanimità un appello per chiedere a Ministro, Questore e Prefetto la riapertura. Unanimità che è passata da una bagarre di circa un’ora che si è disputata più sul piano della forma che dei contenuti.

L’opposizione, ad eccezione di Mauro Bernieri, non ha digerito che sulla proposta a tema sicurezza (tanto cara alla destra) ci fossero solo i simboli di Pd e Pri. “Mi puzza di strumentalizzazione” ha detto Roberto Buda e la collega Lina Amormino ha accusato la giunta di non aver aderito all’unità anti degrado della Polizia Locale della Valle Rubicone. “Per quanto efficace e utile, la Polizia Locale non può sostituirsi a agenti di Polizia e Carabinieri” ha spiegato il consigliere Ricci (Pd) e ribadito dal sindaco in un secondo momento.

La lega con la consigliera Giulia Zecchi ha incalzato mettendo in chiaro che il Carroccio si è già mosso con un’interrogazione parlamentare al Ministro Lamorgese l’8 giugno. “Il Pd è al governo, perché non chiedono un intervento?” ha punzecchiato. Anche Mauro Bernieri è intervenuto dicendo che forse il Prefetto non vuole il Posto di polizia a Cesenatico e che i politici di Roma la sicurezza la conoscono bene visto che sono ben protetti quando vanno ai comizi. “Peccato che la sicurezza deve essere garantita anche ai cittadini”.

Svolta con l’intervento di Mario Drudi che ha chiesto come mai si discutesse della presenza dei simboli in consiglio quando… “in capigruppo non avete chiesto nulla ad eccezione del Pri”. I toni si sono alzati con Buda che ha interrotto Drudi fino a quando il capogruppo Pd non ha detto: “Sembra di essere al bar Baciga! Spiegatemi cosa siete venuti a fare in capi gruppo. Se volevate aderire bastava una telefonata”. Dopo ore di acceso dibattito, che ha dimostrato come questa tematica sia sentita da tutte le parti politiche, i simboli di Pd e Pri sono stati tolti dalla mozione che è stata approvata all’unanimità. Tutto è bene quel che finisce bene, almeno nella forma.

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Alessandro Mazza

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