Si è celebrato anche oggi, giovedì l’omaggio ai coniugi Brumer nel parco a loro dedicato in prossimità dello Squero. Erano presenti le autorità cittadine tra cui il sindaco Matteo Gozzoli, la Polizia Locale, Carabinieri, Capitaneria e Croce Rossa.

La storia

Nel dicembre 1943 Bernhard Brumer si nascose con la moglie e la suocera a San Vittore di Cesena (FC) nella casa colonica del parroco di Cesenatico, Lazzaro Urbini. Questi convinse Bernhard della necessità di darsi alla clandestinità, cambiando identità, fino alla fine della guerra. erano già iniziati i rastrellamenti.
Furono nascosti in un podere della famiglia Urbini a San Vittore di Cesena, e dotati di documenti falsi. Augusto Degli Angeli di Adac, suo datore di lavoro, continuava ad aiutarlo inviando cibo e denaro. Inoltre chiedeva insistentemente in prefettura che Bernhard potesse lavorare presso la sua attività. Domande accolte dalla Prefettura, ma ciò non bastò.

Come non bastò la rete di aiuti che si strinse attorno ai coniugi che purtroppo furono catturati.

Il 9 (Bernhard) e il 10 (Helene) agosto 1944 dal segretario del fascio di Cesena, Guido Garaffoni, a San Vittore di Cesena nell’ambito di una serie di arresti. L’arresto si verificò a seguito di una delazione (o confessione estorta con la tortura), da fascisti cesenati, che poi li trasferirono al carcere giudiziario «Caterina Sforza» di Forlì. Da qui il 5 (Bernard) il 17 settembre (Helene) vennero prelevati con altri prigionieri, portati all’Aeroporto di Forlì, condotti sull’orlo delle buche prodotte dalle bombe alleate nel campo, uccisi con un colpo alla testa e spinti nel cratere (fonte).

Sono trascorsi decenni da queste pagine buie di storia nera. Va ricordato che l’intitolazione del parco ai coniugi Brumer non è stata ben digerita da qualcuno che, nel 2017, ha cancellato il nome della via loro dedicata con bomboletta spray. Un gesto condannato dall’amministrazione come «antisemita».

La commemorazione

All’interno del parco dedicato ai coniugi Brumer è stata deposta una corona di alloro con il comandante della Polizia Locale Edoardo Turci e il Sindaco Matteo Gozzoli che hanno preso la parola per un breve intervento.

«La memoria – ha dichiarato il sindaco – è pura vita che manda avanti il mondo: ricordare, riflettere e capire sono passi fondamentali per costruire giorno dopo giorno un futuro migliore. È doloroso ed emozionante ritrovarsi in uno dei luoghi della memoria di Cesenatico dedicato ai coniugi Brumer che nel 1944 furono catturati dai nazifascisti, condotti in carcere e poi fucilati. Lo abbiamo fatto per rendere omaggio a loro e a tutte le vittime della Shoah, il più grande crimine mai perpetrato contro l’umanità, una pagina di orrore scritta dalle forze nazifasciste di cui mai dovremo e potremo dimenticarci».

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Alessandro Mazza

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