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La famiglia di Obinna Imo, il 31enne nigeriano, trovato morto in una colonia in via Pian del Carpine lunedì 26 novembre (clicca qui per leggere l’articolo) ha espresso il desiderio di rimpatrio della salma del giovane. Ora i volontari che hanno seguito il 31enne nel percorso di richiesta del permesso di soggiorno stanno cercando di reperire i soldi, anche se si tratta di una cifra di oltre 3mila euro.

Intanto sul web si stanno rincorrendo messaggi di cordoglio tra coloro che avevano conosciuto il nigeriano all’hotel Splendid, la struttura di accoglienza in via Cavour a Cesenatico dove il giovane era rimasto per due anni (clicca qui per leggere l’approfondimento).

“Una volta ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari – spiega una ragazza che conosceva bene il 31enne – Obinna è uscita dal centro di accoglienza ed ha iniziato a cercasi un lavoro. Così nell’estate 2018 ha trovato un posto come tuttofare e lavapiatti in un hotel prima a Lido di Savio, poi a Cervia. Quando però ha finito la stagione ha iniziato a chiedere l’elemosina fuori dai supermercati di Cesenatico e alloggiava nella stanza di una colonia abbandonata”.

Gli inquirenti hanno parlato di morte naturale, ma Obinna aveva problemi di salute? “Proprio questo non mi torna – spiega un altro ragazzo – Quest’estate era stato curato per un piccolo focolaio ai polmoni, ma poi la situazione si era risolta. Ho sempre conosciuto Obinna come un ragazzo in forze e in salute”.

La storia Obinna. E’ entrato in Italia nel dicembre 2015, passando per la Libia. Il 31enne è fuggito dalla Nigeria per un problema relativo ai cult Aye, confraternite di protesta violente e legate alla politica e al mondo della corruzione. Si tratta di confraternite similmafiose che avevano costretto Obinna ad entrare in questo mondo. Lui conoscendo la realtà, che utilizza anche rituali tribali, aveva deciso di opporsi. Da qui erano iniziate le minacce, quindi la decisione di andarsene dalla Nigeria.

Obinna era cristiano pentecostale e in Nigeria aveva studiato per circa 10 anni per poi fare il meccanico. “Era un ragazzo che si dava da fare per integrarsi nel nostro paese e se ci fosse una politica che aiutasse queste persone che hanno voglia di integrarsi e si danno da fare cercando un lavoro si risolverebbero tanti problemi. Diversamente avremmo sempre più giovani che si troveranno per strada con il permesso di soggiorno in tasca”.

 

 

 

Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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