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Economia e società alla prova del caro bollette. Nessuno escluso: dal nazionale al locale, dalle maxi imprese alle più piccole. Un colpo alla tenuta aziendale già stressata dalla prova del Covid ora vittima di una crisi internazionale dove la speculazione rischia di creare un effetto domino.

Ne abbiamo parlato con il sig. Rocco De Lucia fondatore della Siropack, importante azienda del territorio impegnata nella realizzazione di macchine automatiche per packaging indirizzate all’industria farmaceutica ed alimentare.

 
 
 
 
 
 
 
 

“Stiamo subendo un aumento stimato del 300% nei costi dell’energia, che si somma ai sensibili aumenti nei costi della logistica ed alla grave carenza di materie prime, il cui approvvigionamento non ha ad oggi tempistiche accettabili per i nostri standard produttivi”. Si parla infatti di tempi di consegna tra gli 8 e i 13 mesi per le materie prime con l’aggravante dell’aumento dei costi di trasporto.

Il collegamento impresa-territorio-persona è chiaro all’imprenditore che non ha potuto che constatare come “il caro bollette riduca inevitabilmente la nostra marginalità. Ciò si rifletterà nel nostro contributo al e per il territorio in cui siamo inseriti. Questo è dovuto – aggiunge – alla speculazione sulle materie prime e all’innalzamento sproporzionato dei costi dell’energia a cui siamo sottoposti dall’inizio del conflitto in Ucraina”.

Energia e materie prime, due elementi che pesano e non poco in un’azienda. “Non abbiamo materia prime e non abbiamo energia – spiega De Lucia – ma siamo bravi a trasformarli”.

siropack

La Siropack conta 32 collaboratori ed è più nota alle cronache per le sue prassi di responsabilità sociale che per altro. Val la pena ricordare che nel 2018 Rocco De Lucia e Barbara Burioli sono stati insigniti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per la straordinaria prova di umana generosità e sensibilità a sostegno di un dipendente gravemente malato e privo della copertura previdenziale“.

“La soluzione ideale sarebbe stata quella di sostenere i costi dell’energia dell’anno scorso più una quota per l’inflazione. La parte restante? Dovrebbe metterla l’Europa visto che la sua diplomazia ha fallito”.

L’intervista si è conclusa con la consapevolezza che l’inverno sarà un importante banco di prova sia per il governo che per le famiglie.

 
Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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