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Lorenzo Mini ph Gianmaria ZanottiLuoghi, atmosfere, luce. Un mix perfetto in formato rettangolare con una firma, quella di Lorenzo Mini. Non vuole essere celebrato, ma è doveroso che si sappia che mentre si sta scrivendo questa intervista, l’autore di Cesenatico ha due mostre in corso. Una a Rimini, in occasione dei 50 anni di Amarcord, e una a Mestre.

Lorenzo Mini Altrove

A Rimini il progetto “Altrove” è al secondo piano del Museo Fellini (dal 23 marzo al 16 aprile). Una serie di 27 foto realizzata in spiaggia durante l’inverno, con la sua nebbia e il silenzio rotto dal “fischione”. Unico punto di riferimento in un panorama sbiadito che tanto ricorda una scena, appunto, del capolavoro felliniano. La citazione infatti accompagna la mostra. Una foto di Altrove venne anche scelta dalla Bompiani per la copertina della riedizione de l’Andreana di Moretti. Di questo lavoro ne parlammo anni fa (leggi l’articolo) quindi ci concentriamo sul secondo progetto in cui la parola d’ordine è “tempo”.

Si tratta di una mostra collettiva su un progetto di ricognizione del paesaggio dal titolo la Serena inquietudine del territorio”. Qui le info.

Panta Rei (potete vederne una selezione qui) è stato realizzato nella parte veneta della Romea. Dieci anni fa. E dieci anni dopo.
«Mi affascina la Romea, è un’entità a parte, è viva, lontana dal tempo. Lungo il suo tratto ho trovato le atmosfere dei luoghi sospesi tipici delle zone di confine».

 
 
 
 
 
 
 
 

Come si fa a descrivere una strada?
«Vado e mi guardo attorno. E quel che mi attira lo fotografo. È un lavoro lungo, ho percorso la strada più volte spingendomi sempre un po’ oltre».

E perchè ripercorrerla dieci anni dopo?
«È stata un’illuminazione. Sono tornato a percorrerla e ho avuto l’impressione che quella strada fosse uno specchio. Mi stava mostrando cambiamenti sociali, economici, politici. Cambiamenti lampanti, che mi hanno stuzzicato al punto da decidere di documentarli».

Lorenzo Mini Panta Rei

Se dovessi salvare un dittico quale sceglieresti?
«Quella della venditrice di piadina. Era nello stesso posto dieci anni prima; l’ho ritrovata lì dieci anni dopo. Ci ho parlato e mi ha detto che è lì da 25 anni».

Come scegli i soggetti dei tuoi progetti?
«Faccio le cose che mi piacciono e che mi stimolano e che spero siano interessanti per chi le guarda».

Lorenzo Mini Panta Rei

E in questi dieci anni come e quanto è cambiata la fotografia?
«Vedo un gran ritorno dell’uso delle pellicole da parte degli appassionati. Per i miei lavori è impensabile perché ho trovato il risultato che voglio dare alle foto sia in condizioni di scatto che di post-produzione».

Quando si parla di foto di paesaggio il collegamento a Ghirri è implicito…
«Le mie sono foto che rimandano all’agire dell’uomo. Nelle mie scelte ci sono paesaggi e luoghi e i luoghi li fa l’uomo. Sono paesaggi antropizzati».

 
Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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