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Un minibond per arginare la crisi del comparto turistico, un nuovo strumento finanziario di lungo periodo che consenta alle imprese della vacanza di superare la tempesta scatenata dal Covid.

Per il momento, va detto, si tratta solo di una proposta avanzata ai vertici di Cassa depositi e prestiti e del Mibact ma – come spiega oggi il Sole24 Ore – i firmatari dell’istanza (Federalberghi, Federazione turismo organizzato, Federterme e Astoi-Confindustria Viaggi) sono convinti che, molto presto, verrà istituito un tavolo ad hoc e, alla fine, arriverà la fumata bianca.

Si tratta, nello specifico, di un vero e proprio bond per tour operator, hotel e terme di medie dimensioni con scadenza a 25 anni che ha come obiettivo il supporto e il rilancio degli alberghi italiani con i fondamentali solidi.

Quest’ultimo, va detto, è un pre-requisito necessario che permette di accedere a questi aiuti mirati e finalizzati in un’ottica di lungo periodo e dunque assai più utili dei poco efficaci interventi a pioggia.

Da parte sua Cdp, attraverso un fondo immobiliare, sottoscriverebbe i bond consentendo agli imprenditori di restare nella propria azienda, dunque senza cadere preda di necessità di cessione della struttura a soggetti speculativi.

L’obbligazione entrerebbe nel paniere degli aiuti insieme ad altri interventi come la rivalutazione a fini fiscali e civili dei beni turistici e termali senza oneri purché non si dismetta la struttura entro 4 anni, misura che è già legge. A questa, secondo il quotidiano di Confindustria – si dovrebbe aggiungere la conversione del Decreto Agosto con la sterilizzazione degli ammortamenti e l’allungamento dei finanziamenti garantiti da Mediocredito Centrale per le aziende turistiche. Un bazooka di provvedimenti che dovrebbe mettere le aziende turistiche in grado di resistere agli attacchi della crisi e degli speculatori fino alla normalizzazione del mercato, per altro slittata al 2023, e la ripresa dei voli a lungo raggio.

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