Terra di nessuno. Per modo di dire, ma non troppo. Sta di fatto che la zona delle colonie di Ponente ne ha viste di tutti i colori. Luogo di spaccio (leggi qui), uno skate park dato alle fiamme (leggi qui), una parete sventrata in pieno giorno per rubare i pezzi di una cucina dalla Colonia Perugia, rifugio per italiani (leggi qui) e per rifugiati (leggi qui). Per finire con la tragedia che i bene informati si aspettavano da un inverno all’altro (leggi qui).
Sfido chiunque a dire che quegli edifici così fatiscenti e immersi nell’erba alta, non ricordano la città operaia di Pripyat vicino a Chenobyl. Trova le differenze.
Negli anni, e a furor di popolo, sul patibolo sono saliti: il comune che non le tira giù d’imperio, la provincia fantasma che non consente al comune di tirarle giù, la regione che ha sempre delle colpe, Renzi che era del Pd, la Boldrini e le sue risorse che vengono in Italia a rubare il lavoro agli italiani.
Ma i proprietari che hanno permesso il degrado totale e consentito a tutti di passeggiare in una Chernobyl in salsa cittadina non sono stati chiamati in causa. Perché? Era necessario arrivare a questi livelli di degrado post atomico tra dubbie condizioni strutturali e pericoli diffusi?
A quanto pare il popolo virtuale, e non, ha preferito dividersi in categorie.
I buonisti oltranzisti: quelli che… l’accoglienza non basta mai.
I robot mussoleninisti: quelli programmati per rispondere: “ospitateli a casa vostra”, “quando c’era lui le pensioni funzionavano e le colonie pure”. Da ctrl+alt+canc
L’immemore altromondista: quello che… viene dall’altromondo (non la discoteca) a suon di “Ci vuole il pugno duro! Tolleranza zero! Va la che se vado su io sistemo tutto!”. E non ricorda che Salvini è ministro dell’Interno. E se lo ricorda la colpa è della Boldrini.
Il talebano facebookista: quello che… non sa ma commenta. Cerca fonti inattendibili su siti inattendibili per suffragare tesi improponibili. E ora studia la forma della terra.
E voi da che parte state?